Sviluppare la conoscenza critica, per la gestione del disagio relazionale.

discipline sociali

Le discipline sociali

 

Le discipline sociali sono attività di gruppo dove si sviluppa la conoscenza critica, per la gestione del disagio relazionale, non solo attraverso il cambiamento dello stile di vita e delle proprie scelte, ma andando nella natura profonda sulla quale appoggia il disagio.

Attraverso momenti di scambio e di pratica esperenziale in cui il corpo viene reintegrato, perchè riconosciuto come agente del processo cognitivo, come modello di apprendimento e decondizionamento, potremo conoscere l’importanza della cornice cognitiva che orienta la prospettiva di fondo con cui si costruisce tutta la realtà e che nella società occidentale è basata su processi separatisti, analitici, che hanno perso il contatto con una visione integrata dell’esistenza.

Superare il disagio relazionale

 

Trattiamo il disagio relazionale, seguendo gli studi condotti presso la scuola di scienze sociali applicate UNISCIOLOGIA e partendo dal libro Rossetti F., (2022), Guarire con il corpo, Homeless Book.

Parliamo di disagio nell’ambito di uno sviluppo personale, non come condizione patologica.

Che cos’è il disagio?

Il disagio è la rottura di un equilibrio pregresso. È una mancanza di agio, è sofferenza, è difficoltà.

È un fenomeno vasto e con risvolti personali, comprende tutte le difficoltà che possono riguardare tutti gli abiti della vita dell’individuo.

È legato alla percezione soggettiva di malessere, in quanto l’equilibrio personale è peculiare ed è legato alla propria personale esperienza.

Parliamo di disagio relazionale perché l’essere umano forma la propria identità sulla base di relazioni: al proprio interno e con l’esterno. Per questo la prospettiva relazionale ci consente di avere uno sguardo allargato sul tema.

Come ci si sente? Come si manifesta il disagio?

Possiamo sentirci isolati, esclusi, sentire una frustrazione, una sensazione di inadeguatezza, per il fatto di non disporre di mezzi adeguati per trovare un adattamento, inteso come integrazione tra poter essere se stessi e al contempo rispondere alle richieste che l’ambiente impone.

Provo uno stato di malessere, che attiva il cambiamento e dà la spinta ad affrontare e superare le difficoltà, ne consegue la presa di coscienza dello stato perturbato e la necessità di dare forma alla nuova esperienza.

Qualunque sia l’origine, il territorio in cui si riflette e si manifesta il disagio è il corpo.

Da dove nasce il disagio?

 

Spesso il disagio è un conflitto di rappresentazioni tra ciò che sentiamo nostro e ciò che sentiamo imposto.

Ogni individuo ha a che fare con un ambiente interno ed esterno e il disagio nasce dalla relazione tra organismo (persona, soggetto) – ambiente (scuola, lavoro, ecc.).

Una persona può esperire un disagio relazionale con se stesso, con i pari, con la società…

Cosa posso fare per superarlo?

Occorre acquisire gli strumenti per capire dove si annida il disagio, per poterlo superare, delineando il bagaglio di rappresentazioni che sono a fondamento della visione del mondo e che agiscono come motore dell’azione, in modo da comprendere dove risiede il conflitto o la discrasia tra rappresentazioni, che generano malessere, poiché stonano e minano l’equilibrio omeostatico che ogni corpo ricerca.

Attraverso la conoscenza e la comprensione si ha la libertà di scegliere quale strada intraprendere, per creare relazioni armoniche dentro di sé, con l’altro, con l’ambiente, con la collettività, con la comunità.

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Arricchimento

 

Per arricchire la nostra visione del mondo, con uno sguardo più ampio verso l’esistenza e ritrovare la quiete necessaria per riorganizzarci e rigenerarci, occorre partire dal corpo e reintegrarlo come agente del processo cognitivo (processi mediante i quali un organismo acquisisce informazioni sull’ambiente e le elabora a livello di conoscenze in funzione del proprio comportamento), con cui traduciamo la nostra esperienza sensoriale in qualcosa di operativo che ci serve.

Il corpo ha bisogno di: mantenimento di un equilibrio omeostatico, processi di adattamento, rendere coerenti le relazioni interno ed esterno.

Il corpo è il crocevia dell’esperienza emozionale, sensoriale, spirituale.

La multisensorialità dell’esperienza significa arricchire la conoscenza (conoscenza rivelata del mistero – atto sacro di rendere visibile l’invisibile = creatività, atto creativo, arte).

Lo sviluppo dell’individuo passa attraverso sistemi di elaborazione delle informazioni – forme di rappresentazione tra cui quella simbolica – il simbolo (legato alle capacità linguistiche).

La rappresentazione riguarda i processi di codifica delle informazioni e delle regolarità esperienziali con cui esse si immagazzinano in memoria e possono essere recuperate.

Per questo occorre lavorare anche a livello culturale sui meccanismi di creazione del simbolico, sulla decodifica simbolica orientata all’acquisizione di una visione critica, atta a generare scelte consapevoli e responsabili.

Es: se non mi prendo cura del mio corpo, se non ascolto i messaggi fisiologici che mi manda (es. mi privo del sonno) costruisco l’idea che il mio corpo sia plasmabile, ad esempio sulla base di un modello non radicato in me ma dettato dall’esterno es. dalla moda e questo crea un’incoerenza e quindi può aprire la porta al disagio.